Proteggere e conoscere il mare
In questo periodo finalmente tanto spesso si sente parlare della tutela del mare. Non ci può che far piacere infatti, anche con #womanlovesports stiamo iniziando ad approfondire anche tutte quelle attività legate all’elemento acqua. Recentemente poi abbiamo avuto la fortuna di assistere a un incontro dedicato a questo tema dal titolo “Conoscere il mare, per amarlo e rispettarlo” organizzato dal Centro Velico Caprera, che è senza dubbio la scuola di vela più importante che abbiamo sul Mar Mediterraneo.
Ma perché questa scuola di vela? Si tratta di una struttura che da anni ha fatto della eco-sostenibilità uno dei punti chiave dei suoi programmi. Situata in un ambiente protetto la scuola di vela oltre a formare dei giovani velisti si impegna a sensibilizzarli su come sta cambiando il nostro mare attraverso operazioni specifiche sia a bordo sia a terra.
A confrontarsi su questi temi sono intervenuti nell’incotro alla Triennale di Milano, nello scenario del teatro agorà, Paolo Martano, Presidente del Centro Velico Caprera, Riccardo Bonadeo, Commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda e Vice Presidente One Ocean Foundation, Enrico Bertacchi, Segretario Generale del Centro Velico Caprera, Lidia De Bernardi, partner del progetto Clean Sea Life e Stefano Nannarelli, naturalista.
ONE OCEAN FOUNDATION E CLEAN SEA LIFE
La prima è una piattaforma di ricerca e tutela del mare promossa dal Presidente dello Yacht Club Costa Smeralda, Principessa Zahra Aga Khan e rappresentata dal suo Vice Presidente il Commodoro dello YCCS Riccardo Bonadeo. Quando si dice Costa Smeralda spesso si pensa a un mondo forse patinato e staccato dalla realtà. Al contrario perché i personaggio intervenuti all’incontro di Milano sono veri appassionati che hanno cura del territorio e hanno i mezzi per promuovere una coscienza diversa.
Una delle loro azioni è la CHARTA SMERALDA.
Si tratta di un codice etico per condividere i principi e azioni a tutela dei mari stilato per sensibilizzare l’opinione pubblica, gli operatori e tutti gli stakeholder, evidenziando il senso di urgenza nell’affrontare i problemi più pressanti degli oceani e degli ecosistemi marini e costieri e teso a definire ambiti di intervento concreti, immediati e focalizzati alla risoluzione dei problemi. (firma qui)
Noi di #womanlovesports lo abbiamo fatto e tu cosa aspetti?
Clean Sea Life, co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Life, punta a sensibilizzare con azioni concrete varie categorie di popolazione del mare. Subacquei, pescatori professionali, pescatori sportivi, armatori e addetti ai lavori sono coinvolti in tutta Italia in azioni di vario genere per identificare, registrare e raccogliere rifiuti provenienti dal mare. “Stiamo assistendo ad una mobilitazione sempre maggiore sia di enti che di associazioni nell’ambito della pulizia marina” ha spiegato l’Ing. De Bernardi partner del progetto Clean Sea Life – “ma è di fondamentale importanza che ogni cittadino si accorga che ancora oggi ogni suo comportamento rischia di provocare un ulteriore danno ai nostri bacini marini. Solo per esempio ormai è noto che la presenza di microplastiche in molti tessuti di uso comune, nei cosmetici, piuttosto che derivanti dalla scomposizione delle plastiche sta continuando a riempire i nostri mari e vengono assimilati dalla fauna marina”.
I loro obiettivi
• diffondere la conoscenza sui rifiuti marini e promuovere un comportamento più rispettoso
• prevenire ulteriore inquinamento e rimuovere i rifiuti marini, inclusi attrezzi da pesca perduti
• promuovere attività di “pesca di rifiuti” (fishing for litter) e incentivare pratiche di pesca responsabili
• facilitare le operazioni di pulizia e smaltimento, di concerto con le Istituzioni
• migliorare le conoscenze attuali del problema, identificando le zone più colpite e quelle più sensibili
• fornire supporto alle autorità per l’implementazione della Marine Strategy
• assicurare la diffusione dei risultati affinché le buone pratiche siano adottate a livello nazionale e internazionale.
LE AZIONI DEL CENTRO VELICO CAPRERA
Già in occasione del suo 50esimo anniversario lo scorso anno il CVC aveva attuato progetti specifici e quest’anno attraverso il Corso di Navigazione, Ambiente e Cultura, per esempio farà un’attività pratica interessante. Bisogna infatti, dire che il CVC oltre che con i corsi è aperto a molto e differenti attività come quella “Pazienti a bordo” di cui vi avevamo parlato
“Il Corso di Navigazione, Ambiente e Cultura si colloca all’interno di un piano di sviluppo del Centro Velico Caprera che mi vede coinvolto da poche settimane” ha dichiarato il neo Segretario Generale Ing. Enrico Bertacchi – “L’obiettivo è quello di offrire un portafogli corsi che sia il più possibile aderente alle necessità e alle ambizioni di tutti gli amanti del mare e della Vela. Oggi le offerte sul mercato sono veramente tante ma poche riescono a concentrare competenze nautiche e marinare, location, esperienza di vita come il Centro Velico Caprera che ha chiuso il 2017 con oltre 3000 Allievi, 360 settimane di corso e circa 400 Istruttori volontari che hanno partecipato da aprile a ottobre all’attività didattica. Può vantare oltre 120mila allievi che in 50 anni di attività hanno potuto imparare l’arte della marina e della navigazione a vela”.
4 itinerari con cabinato di 47 piedi, con a bordo il naturalista Stefano Nannarelli che farà da “guida” alla scoperta o ri-scoperta del mare.
La scelta del percorso dipenderà dalle condizioni meteomarine ma questo non sarà un problema perché il perimetro di navigazione si estende dall’Isola di Tavolara fino all’Isola dell’Asinara passando per le Bocche di Bonifacio e potendosi spingere fino alla riserva naturale di Scandola, Baia d’Elbo e Girolata in Corsica. Uno specchio acqueo molto ampio ricco di porti, cale naturali e ridossi dove poter navigare in tutta sicurezza con qualsiasi condizione metereologica.
“Si tratta di un corso di sensibilizzazione e scoperta del mare – ha detto Nannarelli – in cui sarà il mare stesso a decidere che tipo di situazioni ci troveremo ad affrontare. In generale però, visto che frequenteremo per 8 settimane un tratto di mare abbastanza circoscritto, sarà senz’altro possibile svolgere alcune attività di monitoraggio. Per esempio, considerato che la zona è quella del Santuario dei cetacei, raccoglieremo dati sulle presenze e, attraverso la fotoidentificazione degli individui cercheremo di scoprire, nel tempo, le abitudini delle specie che incontreremo. Ci interessa anche monitorare l’eventuale presenza di specie aliene, o ancora, la valutazione della presenza di plastiche in mare, che pensiamo di realizzare calando un retino da plancton in acqua per una o due ore al giorno. Gli allievi potranno scoprire e apprezzare le differenze tra la fauna neritica, cioè quella sotto costa, e quella pelagica. Il tutto con un approccio empirico e orientato al coinvolgimento degli allievi, senza eccessive pretese di scientificità: non dimentichiamoci che anche la parte di didattica velica impegnerà a fondo gli allievi”.
One Ocean Foundation www.1ocean.org
Clean Sea Life www.cleansealife.it