Il SENTIERO LIGURIA di una #wls
Il SENTIERO LIGURIA è lì da sempre e non aspetta altro che di essere scoperto.
E’ proprio partendo da questo che un’amica di #womanlovesports Gianna Raspanti ci ha mandato il racconto del suo trekking lungo questo scorcio di Liguria di una bellezza fatta da un insieme di fattori. Un percorso adatto a tutti infatti, sono oltre 600 km che collegano i due estremi della regione, da Luni (Ortonovo, La Spezia) a Grimaldi (Ventimiglia).
Percorribile in entrambi i sensi troverete però indicazioni online di una divisione ideale in 29 tappe, oltre ad alcune variazioni che portano maggiormente all’interno, attraverso le quattro province liguri. Tra boschi di lecci, vigneti, uliveti, lidi e scogliere il SENTIERO LIGURIA è una vera e propria rete per camminatori, ma può essere anche percorso in mtb, unendo mulattiere, sentieri, piste militari, antiche strade romane e percorsi religiosi. Il percorso infatti, mette in relazione la Via Francigena ai Cammini di Santiago attraverso le Grandes Randonées francesi.
Inoltre, fa parte del progetto Intense, integrato nell’Interreg europeo per lo sviluppo del turismo sostenibile con mobilità dolce.
Percorribile tutto l’anno grazie al clima mite offre un’impareggiabile vista sul golfo ligure per gran parte del suo percorso. Più o meno impegnativo a seconda del tipo di fondo e delle quote, è servito da strutture ricettive e ristoranti che preparano i tipici piatti regionali.
IL PERCORSO
L’itinerario che abbiamo testato per il trekking è la variante 27 – 1 nell’area di ponente del Sentiero Liguria. Si parte da Taggia per arrivare a Dolceacqua, attraversando Perinaldo, con Apricale poco distante e ben in vista. Le località sono molto affascinanti e appartengono con buon titolo alla associazione delle Bandiere Arancioni o dei Borghi più belli d’Italia. Sono borghi incredibilmente intatti, con le stradine a misura di mulo e il selciato di sassi levigati da secoli di calpestio. È un salto indietro di secoli ancor più contrastante con il turismo di massa della costa brulicante di turisti e strutture moderne. L’itinerario che unisce i paesi è molto suggestivo per gli aspetti paesaggistici, zoologici e botanici: si cammina all’ombra di boschi di roverella, pino silvestre, pino marittimo, castagno, leccio, erica arborea e corbezzolo. Il territorio è popolato di caprioli, cinghiali, scoiattoli rossi, volpi, faine e tassi. Più facili da vedere gli uccelli: falco picchiaiolo, biancone, picchio (nero, rosso e verde), gufo reale, cincia, tordela e con un po’ di fortuna il fiorrancino, l’uccello più piccolo d’Europa, lungo appena 9cm con un peso al massimo di 5 grammi.
Da Taggia si sale verso il monte Bignone (1299 m nel Parco Naturale di San Romolo) per poi ridiscendere verso Perinaldo. Salite e discese non sono mai omogenee ma sempre spezzate da ripide impennate. Si entra e si esce dal bosco permettendo l’alternanza con il percorso naturalistico e gli scorci panoramici sia sulla costa che sulle Alpi Marittime. I chilometri non sono molti ma il fondo sassoso e il continuo su e giù rendono la passeggiata impegnativa, adatta a molti ma non a tutti.
ATTREZZATURA SPECIFICA
Sul percorso non ci sono fontane o rifugi, e l’acqua deve essere portata nello zaino e a sufficienza perché nelle giornate estive la temperatura può essere alta. I bastoncini sono fondamentali per ridurre la fatica e facilitare lo scavalcamento dei numerosi gradoni. Non si faccia l’errore di sottovalutare il percorso per la vicinanza al mare e la facilità per raggiungere i punti di partenza: si deve essere vestiti e attrezzati come su un trekking alpino. Molto più facile e alla portata anche dei totali profani è il percorso tutto in discesa che porta da Perinaldo a Dolceacqua, in un territorio molto più antropizzato con muretti a secco, belle case, chiesette, ginestre e terrazze coltivate a ulivo e vite.
Particolare suggestivo è l’ultimo ripido tratto che si affaccia su Dolceacqua, vista quasi a picco, lambita dal torrente Nervia. Questa visione è il privilegio dei trekkers: il paese è sormontato dall’antico castello della famiglia Doria sotto il quale si sviluppa il paese originario e in prospettiva l’elegante ponte a schiena d’asino, nobilitato dalla sua riproduzione nei quadri che Monet dipinse qui. Per farlo in un sol giorno bisogna essere un trail runner. Due giorni se si è rapidi. Tre è ideale così si può sostare per immergersi nelle antiche realtà dei borghi.