Women in Sports Business

Women in Sports Business

ISPO rimane senza dubbio la fiera di riferimento per il mondo degli sport invernali ma non solo infatti, numerose sono state le proposte che abbiamo visto fatte da parte di brand che si occupano di altre discipline vedi fitness, yoga…

 

L’attenzione al mondo femminile che pratica sport è una conferma e, dati alla mano, la forza che ha il pubblico femminile nella spesa è superiore a quella maschile. Per esempio, nella nostra presentazione fatta a BiciAcademy a metà gennaio, e che metteremo presto on line…parliamo infatti di come le donne hanno una propensione alla spesa superiore del 20% rispetto a quella maschile…

 

Quindi, siamo una clientela importante e che va tenuta sott’occhio e questo le aziende lo hanno capito.

 

 

Ma andando un po’ più nello specifico a ISPO abbiamo visto i risultati di un sondaggio interessante fatto dall’ente fiera con tema il numero e l’importanza che hanno le figure femminili all’interno delle aziende. Un argomento che anche noi di womanlovesports avevamo trattato l’anno scorso nel nostro speciale dedicato allo scialpinismo.

 

ISPO SURVEY

Il sondaggio ha coinvolto 833 espositori e visitatori e mostra che una quota elevata di prodotti sportivi è specificamente rivolta alle donne – ma ci sono ancora troppo poche donne manager. Mentre l’attività sportiva si focalizza sempre più sulle donne e le loro esigenze come target consumer di riferimento, molte potenzialità non vengono sfruttate nelle aree del marketing e dello sviluppo del prodotto.

 

Le donne scelgono la propria attrezzatura e sono molto attente nel il loro acquisto. Un parere a proposito quello di Maria Elena Rizzieri, responsabile del progetto donna “Women2Women” di Blizzard / Tecnica: “Il numero di prodotti specifici per il target femminile è in aumento. Questi includono prodotti ad ahoc per genere che corrispondono alle esigenze anatomiche ed ergonomiche”.

 



Il progetto Women2Women per esempio, ha come base uno studio eseguito dall’Università di Padova che evidenzia le differenze ergonomiche di genere che hanno un riflesso anche nel prodotto sci.

 

Il 79% dei produttori ha dichiarato che le donne sono importanti per le vendite della loro azienda e per il 46% di questi, l’importanza delle donne come gruppo di riferimento come acquirenti è aumentata negli ultimi due anni. I rivenditori hanno anche segnalato l’alto grado di rilevanza di questo dato e, per un quarto di essi, le collezioni o i prodotti speciali di donne costituiscono almeno la metà dell’intera gamma. Per il 35 percento, la quota è compresa tra il 25 e il 49 percento.

 

PRODUZIONE… questione da maschi?

 

Nella maggior parte dei casi però le donne non hanno alcun input per quanto riguarda la produzione dei prodotti. In altre parole, le donne come clienti sono sempre più importanti nel settore dello sport, ma più della metà delle aziende manifatturiere (53%) non ha una pianificazione specifica per affrontare questo tipo di clientela. Oltre la metà (53%) dei rivenditori ha anche ammesso di non avere un concetto olistico e separato per le donne.

 

Marketing poco mirato verso le donne

 

Nonostante questo però c’è spazio per dei miglioramenti quando si tratta di sviluppo del prodotto: per esempio, il 94% dei produttori che offrono collezioni speciali per le donne afferma di coinvolgere le donne nello sviluppo del prodotto. Tuttavia, in solo il 22% delle aziende sono soprattutto le donne a prendere la decisione finale su questi prodotti. Questo è il motivo per cui la pubblicità e il marketing sembrano essere più focalizzati sull’uomo e, in molti casi, non riflettono la realtà della vita delle donne a cui sono rivolti i prodotti.

 

 


Ancora poche donne in posizioni dirigenziali

 

Il 77% delle aziende (dettaglianti e produttori) ha meno della metà dei ruoli gestionali ricoperti da donne. Infatti, in quasi la metà delle aziende che hanno preso parte al sondaggio, 48%, la percentuale di dirigenti donne è inferiore al 25%.

 

Inoltre, le donne occupano oltre il 50% delle posizioni manageriali in appena il 16% delle aziende intervistate. I piani di sviluppo per le donne potrebbero migliorare la situazione, ma il 73% dei produttori e dei rivenditori non offre programmi speciali di coaching, mentori o simili. Inoltre, solo il 54% delle aziende ha il tema dell’equilibrio tra lavoro e vita privata ancorato alla cultura aziendale.

 

ISPO Munich per le donne nel settore dello sport

Il sondaggio fa parte di un’iniziativa su larga scala dell’ISPO di Monaco sul tema “Women in the Sports Business” lanciato due anni fa. “Il nostro obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza nel settore e incoraggiare la discussione all’interno della società al fine di guidare il cambiamento nel business. Ci sono ancora poche donne manager nel settore degli articoli sportivi. Inoltre, l’industria non si occupa ancora in modo adeguato dell’approccio specifico delle donne: c’è ancora molto potenziale qui” ha dichiarato Kim Scholze responsabile dell’iniziativa. Ciò riguarda soprattutto i rivenditori. “Le donne sono in gran parte i decisori del bilancio familiare, quindi è tanto più importante soddisfare le loro esigenze nel miglior modo possibile”.

 

Insomma, siamo clienti importanti ma ancora non sembra che le aziende siano pronte a scelte drastiche e mirate verso di noi. Noi nel movimento femminile che pratica sport crediamo molto, altrimenti non sapemo qui a scrivere per voi, e il tempo ci darà ragione!

 

MartaWLS

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