Women’s Adventure Film Tour
Finalmente ci siamo: mancano pochi giorni all’arrivo in Italia del Women’s Adventure Film Tour, produzione Adventure Entertainment, di cui via avevamo parlato (clicca qui per leggere il nostro articolo).
Il programma e le ospiti
A Milano, ore 20.10 Uci Cinemas Bicocca, lunedì 27 sarà presente Silvia Buzzi campionessa mondiale di parapendio, la motociclista Martina Beltrandi e Anna Toretta, pluri-campionessa italiana di arrampicata su ghiaccio e guida alpina con l’introduzione a cura di introduce la giornalista Chiara Todesco autrice di “Le Signore delle Cime – Storie di guide alpine al femminile”. A Torino, ore 20.10 Uci Cinemas Lingotto, martedì 28 maggio alla presenza di Alessia Refolo, campionessa non vedente di sci nautico e arrampicata, della climber Claudia Gisolfi e Cristina Rodda, atleta olimpionica di apnea. Infine, il 29 maggio appuntamento a Roma alle ore ore 20.10 Uci Cinemas Porta di Roma.
Le protagoniste
Pasang Lhamu Sherpa Akita, la principale guida alpina donna del Nepal, impegnata in una prima salita con una partner improbabile, l’icona punk-rock locale, Sareena Rai. Mona Seraji, snowboarder professionista iraniana invita le colleghe australiane Amber Arazny e Michaela Davis-Meehan a scoprire le meravigliose montagne dell’Iran. Isabelle Green, 5 anni, in viaggio con la sua famiglia in Norvegia accampandosi sotto le stelle sulla neve fresca, fa parapendio sulle catene montuose e guida una slitta trainata dai cani. Hayley Ashburn, slackliner, cammina sospesa su una fune di 52 metri a 2800 altitudine nel mezzo dell’inverno. Sono solo alcune delle protagoniste del Women’s Adventure Film Tour, che a maggio fa tappa in oltre cinquanta città italiane portando sul grande schermo un serie di straordinari cortometraggi che celebrano imprese sportive e di avventura, tutte al femminile. Donne comuni che si lanciano in azioni straordinarie: storie incredibili raccontate da corti emozionanti e di grande successo, per la prima volta proiettati in un’unica serata dedicata alle donne, al loro coraggio, al loro personale modo di affrontare le paure e alla loro determinazione. Partito nel maggio del 2017 da Sydney, in Australia, il tour ha fatto registrare ovunque il tutto esaurito: si aprono anche in Italia le prevendite per i biglietti delle proiezioni che si terranno il 29 maggio in più di cinquanta città italiane.
Che cosa vedremo
Hayley – 90 secondi di paura di Stian Smestad (Stati Uniti / 1,2 min.) Hayley Ashburn medita a 2.800 metri. Prima di camminare su una fune di 52 metri a 2.800 mentri di altezza nel mezzo dell’inverno delle Dolomiti il regista le ha chiesto cosa ne pensa della paura. Hayley ha risposto con la sua frase preferita di Frank Herbert “Non devo avere paura. La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura!” Hayley Ashburn attualmente vive tra Moab Utah e Yosemite Valley. È una slackliner affermata, scalatrice, skydiver e BASE jumper. Viaggia tutto l’anno in tutto il mondo per far conoscere a tutti gli sport che tanto ama con l’obiettivo di ispirare più donne possibili. Il film è stato selezionato ufficialmente al Mountainfilm 2018.
Mothered By Mountains di Renan Ozturk (Stati Uniti / 15 min.) Pasang Lhamu Sherpa Akita, la principale guida alpina donna del Nepal, è stata in cima alle vette più alte della Terra. Quando si troverà ad affrontare una prima salita con un partner improbabile – l’icona punk-rock locale, Sareena Rai – scopriranno entrambe che le vie verso le più grandi conquiste si trovano dentro di noi. “Questo doveva essere un film sul dare potere alle donne, sul portare due mie amiche in questa avventura tosta. Ma tutto è andato terribilmente male” dice Ben Ayers della dZiFoundation, che ha pianificato di riunire Akita e Rai per un obiettivo ambizioso: da Kathmandu alle montagne in motocicletta per poi scalare la montagna.Tuttavia, l’avventura ha preso un’altra piega: le due donne finiscono per farla a modo loro, stringendo un forte legame mentre affrontano questioni come la maternità, la famiglia e le pressioni della società sulle donne”. Il film è stato selezionato nel 2018 in numerosi festival: Mountainfilm, Kendal Mountain Festival, Vancouver International Mountain Film Festival, Trento Film Festival, NZ Mountain Film Festival, Banff e Wild and Scenic Film Festival.
Why Not Now di Riley Hooper (Stati Uniti / 2,5 min.) Non vedente e impaurita dall’acqua, Vivian Stancil ha imparato a nuotare a 48 anni. “Ho sentito che le persone non vedenti non sanno nuotare” dice Stancil, aggiungendo dopo “Oh, sì che possono!”. Dopo 221 medaglie e con metà del suo peso corporeo Stencil nuota ancora. Quando Vivian Stancil aveva 49 anni, il suo medico le disse di migliorare urgentemente la sua salute. Nonostante avesse paura dell’acqua, Stacy, cieca e mai stata in una piscina prima di allora, ha imparato a nuotare per fare dell’esercizio fisico. Ora, a 70 anni, è una nuotatrice olimpionica pluripremiata e ha creato una fondazione che offre lezioni di nuoto gratuite a bambini e adulti.
Persians Powder di Erik Bulckens (Belgio / 13 min.) Distese di neve fresca e una quantità innumerevole di potenziali piste sciabili non sono immediatamente ciò che si potrebbe pensare quando si parla di Iran. Il film racconta la storia di MonaSeraji, snowboarder professionista iraniana che invita due snowboarder australiane, Amber Arazny e Michaela Davis-Meehan, a scoprire le meravigliose montagne dell’Iran.
In Perpetual Motion di Krystle Wright (Australia / 3 min.) Krystle Wright è una fotografa di sport e di avventura di Queensland, in Australia, che vive uno stile di vita seminomade nel tentativo di catturare momenti unici di sport estremi, spedizioni e avventure in tutto il mondo. Che stia campeggiando su un fiordo ghiacciato per un mese nell’Artico con 23 BASE jumpers, o che stia facendo parapendio nella regione del Karakorum in Pakistan o dormendo su uno yacht lungo la Grande Barriera Corallina, Krystle affronta costantemente nuove sfide per scoprire dimensioni sconosciute nel suo lavoro. Krystel è riconosciuta per la sua creatività e per il suo spirito indomito di fronte alle avversità.
Finding the line di Bjarne Shalen (Stati Uniti / 15 min.) Un film sulla paura, sulla sua presa paralizzante e su come influisce nei processi decisionali. Anna Segal, campionessa di Olympian, X Games Slope style e Freeride World, e Nat Segal, sua sorella maggiore, usano lo sci per capire cos’è la paura e come si manifesta nelle loro vite. Durante tutta la loro carriera da sciatrici professioniste, Anna e Nat hanno costantemente sfidato la paura. Nonostante siano cresciute sotto lo stesso tetto, hanno imparato ad affrontarla in modi totalmente diversi, quasi contrapposti. Le due sorelle australiane capiscono presto che le lezioni più importanti si trovano nel loro diverso approccio alla vita. Dotate di grandissima intuizione, imparano il giusto equilibrio tra stare nella loro comfort zone e il correre rischi, capendo che a volte per andare avanti, bisogna riconoscere cosa ci trattiene. Un viaggio sincero sul filo di lama delle grandi montagne di Canada e Francia che spinge i loro limiti fisici ed emotivi. L’Alaska, la mecca dello sci estremo le spinge ancora oltre.
Intersection di Lacy Kemp (Stati Uniti / 4 min.) Per Micayla Gatto, biker canadese professionista, la vena artistica è la chiave che ha plasmato il suo approccio unico alla guida di una bici, e che ha contribuito a creare questo piccolo capolavoro che mescola arte e riding. “Credo che sport e creatività viaggino insieme, anche se non succede spesso – afferma – La società ama catalogare le persone. Con questo corto spero di celebrare quelli che non si riconoscono in una sola categoria”.
Discovering Adventure di Timothy Green (Norvegia / 11 min.) Non siamo mai troppo giovani per l’avventura! Il film documenta una bambina di 5anni, Isabelle Green, alle prese con la più grande avventura della sua vita. Isabelle viaggia con la sua famiglia in Norvegia accampandosi sotto le stelle sulla neve fresca, facendo parapendio sulle catene montuose e guidando una slitta trainata dai cani. Lungo la strada, la piccola impara a essere un’esploratrice a tutti gli effetti e ad amare l’avventura, ma soprattutto impara a conoscere se stessa. Con il papà Tim, pilota professionista di parapendio, e la mamma Maile, sempre con i piedi per terra, la famiglia si dirige verso il Circolo Polare Artico, alla ricerca di un paese delle meraviglie per navigare, volare, campeggiare, sciare ed esplorare tutti insieme. L’amore per l’avventura di Isabelle l’ha già portata in tutto il mondo: navigando in Croazia, praticando lo sci nautico in California, facendo parapendio in Francia e campeggiando in Val Thorens, stazione sciistica più alta d’Europa. Chissà dove la porterà la sua prossima avventura!
Nemesis di Katrina Olsen e Simona Carter (Australia / 5 min.) “Mentirei se dicessi di non avere paura.” Monique Forestier si è ritagliata una carriera nell’affrontare l’impossibile. Come arrampicatrice altamente qualificata, Monique ha completato alcune delle salite più difficili al mondo, prima donna australiana a scalare pareti classificate 8b, 8b+, 8c e 8c+. Quando non viaggia per il mondo, allena altre persone o fa conoscere l’arrampicata in moltissimi eventi. Lavora con suo marito Simon Carter, (un fotografo di arrampicata su roccia ovviamente!) ed è la mamma della piccola Coco. Nemesis mostra la sua determinazione e la perseveranza nell’andare oltre i propri limiti.
Surfing to Cope di Katie Welsh (Stati Uniti / 26 min.) Brianna Cope sembra una ragazza che ha tutto: bellezza, atletismo, una vita idilliaca alle Hawaii e la possibilità di essere la migliore nel surfing. Ma c’è di più. Brianna è nata con una deformazione alla mano sinistra, difetto di nascita irreversibile che ha sorpreso genitori e medici. Nel corso della sua vita, ha subito provocazioni, bullismo e ha avuto molti problemi a mostrare il suo corpo. C’era solo un posto in cui Brianna si sentiva bene: nell’oceano. Il surf è diventato il modo di Brianna per far fronte alle interminabili prese in giro e alle insicurezze che affliggevano i suoi anni scolastici. “L’oceano è l’unico posto in cui sono pienamente cosciente di me – afferma – Mi sento così felice e libera quando faccio surf. Non c’è nessun giudizio o imperfezione, c’è solo l’oceano e la sua bellezza”. Da surfista professionista e modello per una generazione più giovane, Brianna ha capito che la sua storia personale ha il potere di insegnare ai più giovani l’accettazione di se stessi. La surfista vuole essere da esempio, sentirsi orgogliosa e dimostrare che può superare le sue sfide fisiche ed emotive per inseguire il sogno di diventare una campionessa di surf.