Lo facciamo o non lo facciamo?
Che cosa? Un articolo su cosa ora fare che dobbiamo stare tutte in casa.
Ci abbiamo pensato, anche perché il web e i social sono invasi da consigli su come fare l’indoor training, usare qualche app… e alla fine abbiamo pensato a qualcosa di diverso.
Il momendo non è facile, si morde il freno a non uscire di casa. Conosciamo qualcuno che è stato fermato dalle forze dell’ordine quindi… è tutto vero! Anche dietro casa si può essere stoppate quindi stare a casa è la cosa migliore non c’è santo che tenga… e quelli lasciamoli alle loro funzioni soprattutto in questo momento.
#celafaremo…anche dopo
Quindi alla fine ci è venuto in mente qualcosa che avevamo letto un po’ di tempo fa e trattava dei motivi per non smettere durante un allenamento.
Ne parliamo perché, guardando avanti, chi non ha la possibilità di allenamenti indoor di un certo tipo, si dovrà dedicare a training poco aerobici e soffrirà al ritorno in sella, o alla corsa.
Inultile starci troppo a pensare in questo momento
la fatica ora è mentale dopo sarà anche fisica.
Ci siamo ricordate di una traithleta americana Lesley Paterson, una pluricampionessa che di sacrifici ne ha fatti molti, e ha scritto, con il marito, un libro bello e divertente nel titolo “The Brave Athlete: Calm the F*ck Down and Rise to the Occasion.” (VeloPress).
Quello da cui parte è questo:
Se prendi l’abitudine di smettere, il tuo cervello diventa più debole nel resistere e la tua corteccia frontale deve scavare più a fondo per razionalizzare il motivo per cui l’abbandono era giustificato.
COSA FARE PER RESISTERE
1. Il Priming cognitivo. Il cervello funziona meglio se si riscalda prima di una sfida difficile infatti, prima di una performance bisogna aiutare questo organo a produrre dopanima, la salsa Sriracha della motivazione. Un ottimo modo per aprire la porta a un’inondazione della dopamina è guardare e ascoltare cose ispiratrici prima di una sessione di training. Un aiuto può essere digitare “Sport Motivation” su YouTube.
2. La segmentazione. Al nostro cervello piacciono le cose piccole e facilmente gestibili infatti, quando dobbiamo affrontare problemi molto complessi la nostra mente tende a semplificare e a non pensare troppo al futuro. “Non posso sopportare 2 ore di questo allenamento ora ma posso fare almeno 10 minuti”. Il bello della segmentazione è che una volta completato il segmento , si ottiene un piccolo schizzo di dopamina, il nostro elisir di piacere del cervello, che aiuta a ricalibrare il clock delle abilità.
Un esempio pratico al nostro rientro: correre 5 km in due volte è più facile che correre 10 km in una volta sola.
3. Prova a farlo presto. Quando si tratta di organizzazione e self-control le prime ore del mattino sono sempre le migliori per la pratica dell’attiività sportiva e del fitness. Lavoro, bambini, famiglia…sono tutti impegni e incombenze da cui veniamo travolti nel corso della giornata e gli scienziati hanno scoperto che è molto più difficile affrontare una sfida nel corso della giornata. Questo perché il nostro self-control si stanca proprio come un muscolo. Le nostre riserve emotive per affrontare una sfida e non mollare sono sempre sotto assedio nel corso della giornata e quando arriva la sera la maggior parte di noi è semplicemente troppo stanca per combattere. Se devi scegliere tra un bichiere di vino sul divano davanti al tuo programma preferito e una sessione di spin bike con le urla del tuo istruttore… meglio fare sport la mattina.
3. Diventa come Rain Man. Magari non proprio come il protagonista del film ma sviluppare una buona capacità di ripetizione ritmica può essere utile. Se stai già svolgendo un’attività ritmica come correre, nuotare, andare in bicicletta, puoi contare in tempo con il turnover di braccia o gambe fino a 6 o 8. Il conteggio aiuta a migliorare la tolleranza al dolore proprio a livello cerebrale in modo chimico, assorbendo una parte della corteccia che altrimenti sarebbe desitinata a pensare di smettere.
4. Richiedi una spinta. Il nostro cervello odia essere giudicato per non essere abbastanza bravo. La paura dell’imbarazzo e del fallimento uccidono la motivazione e la felicità. Ciò che i nostri cervelli amano, tuttavia, è il supporto sociale. L’esercizio di gruppo è motivante perché riduce la nostra percezione dello sforzo, crea responsabilità e offre molte opportunità di dare e ricevere incoraggiamenti. Detto questo, il problema è quello di fare una performance migliore e quindi creare una cerchia di amici in modo strategico e responsabile. Questa strategia è oro! Provala e sfidiamoci!
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