Sara Avoscan: la sue giornate e i suoi progetti
Qualche tempo fa abbiamo parlato del film DonnaFugata e dell’impresa di Sara Avoscan insieme al compagno Omar Genuin. Abbiamo voluto approfondire la conoscenza di Sara e l’abbiamo intervistata.
In questi tempi di riposo forzato in casa come si svolgono le tue giornate?
Più che periodo di riposo forzato in casa lo definirei un periodo di allenamento in casa. Non mi sono mai fermata, alterno il mio lavoro da maestra, in questo periodo maestra\ YouTuber, ad allenamenti specifici per l’arrampicata per mantenere alta la motivazione e una buona preparazione fisica per quando tutto questo finirà.
Non c’è una giornata tipo, l’unica costante è un buon caffè appena mi sveglio. Ogni giorno cerco di concentrarmi su un aspetto particolare che può variare dagli allenamenti specifici per l’arrampicata, allo yoga e al cardio.
Se ogni tanto mi prende lo sconforto vedendo il cielo azzurro fuori dalla finestra mi consolo infornando qualche torta…che Omar consegna prontamente ai suoi genitori così non abbiamo facili tentazioni in casa.
Le giornate volano, se non mi mancasse così tanto “vivere l’ambiente”e sentire il sole e l’aria sulla pelle, potrei quasi dire che si sta rivelando una quarantena varia e divertente.
Come ti stai allenando?
Abitando in un piccolo paesino di montagna, per cause di forza maggiore (non ci sono palestre in zona), abbiamo tutto il necessario per allenarci in modo efficace per l’ arrampicata in casa: travi, pesi, PG, un muro privato…non ci manca niente, se non la libertà di poter fare qualche allenamento aerobico, ma per rimediare ( e non lievitare) mi sto appassionando al salto alla corda.
Sto cercando di programmare l’allenamento con il principio della “qualità”, lavoro sui miei punti deboli e sto molto attenta alle risposte del mio fisico: non è il momento di stancarsi eccessivamente, non avrebbe senso sottoporsi a carichi di lavoro che necessitano di tempi troppo lunghi di compensazione, l’estate è vicina e non voglio incorrere in overtraining o infortuni che potrebbero far sfumare miei progetti.
Alterni attività di arrampicata ad alpinismo ma quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Da sempre la mia passione verso l’arrampicata è a 360°: l’arrampicata sportiva mi stimola perchè mi mette alla prova con i limiti fisici e tecnici, mi diverto ancora nelle competizioni perchè sollecitano particolarmente la gestione dello stress, ma amo sempre di più la montagna e i suoi ambienti.
Infatti, anche se negli ultimi anni ho praticato tutti e tre questi aspetti , crescendo (o invecchiando), i miei interessi si stanno spostando sempre di più sulle grandi pareti: mi regalano emozioni più vive, ricordi indelebili e soddisfazioni grandissime. L’alpinismo poi si discosta dall’arrampicata in generale perchè gli obiettivi e le realizzazioni sono sempre condivisi , raggiunti in cordata…e questo è un valore aggiunto in uno sport che generalmente porta all’individualismo. In montagna più che mai si è legati alla stessa corda, ognuno è responsabile della riuscita o del fallimento di un progetto: in una buona cordata la differenza tra la riuscita e il fallimento spesso la fa l’attenzione e la complicità con il compagno, è importante capire pensieri, sensazioni e paure prima che l’altro le esterni…
La tua figura di brand ambassador in Karpos: come collabori allo sviluppo del prodotto?
Noi atleti ogni anno testiamo i nuovi capi per aiutare l’azienda a migliorarli, prima dell’uscita sul mercato, e diamo indicazioni sia per quanto riguarda la vestibilità che la durata .. io sono generalmente il tester più affidabile per quanto riguarda la durata dei pantaloni: anche se dicono che sono una brava arrampicatrice, osservando l’usura dei miei capi, si capisce che arrampico più con le ginocchia che con i piedi.
Collaboro con Karpos da ormai 6 anni e ho visto con i miei occhi gli enormi passi che hanno fatto,posso dire di aver visto crescere l’azienda e la qualità dei prodotti che propone.
Il tuo compagno di vita e anche di parete è Omar Genuin, quanto è importante secondo te avere vicino una persona con cui si condivide praticamente tutto?
È la svolta.
Aver Omar dall’altra parte della corda in parete è una sicurezza: tra di noi non serve parlare per esprimere paure o preoccupazioni, le capiamo al volo.
Come cordata siamo anche molto obiettivi e consapevoli delle possibilità di ognuno ..nei momenti difficili è importante avere qualcuno che ci creda quanto te (e spesso più di te)perchè tu possa raggiungere il tuo obiettivo.
L’arrampicata è uno sport totalizzante, direi che è quasi una filosofia di vita.
Avere per compagno Omar vuol anche dire non dover discutere su dove far le ferie ( mare, montagna, collina.. per noi lo stesso, basta che ci sia roccia) , su come passare il fine settimana ( non lo stresso per andare a qualche outlet o al mare, mi accontento di un po’ di arrampicata), su cosa mangiare la sera (pollo e riso bastano ai climber). Forse lui ogni tanto preferirebbe avere per compagna una brava donna di casa, ma avendo lo stesso livello sa che abbiamo le stesse esigenze anche nel ritagliarci i tempi nelle giornate, quindi oltre ad allenamenti e sogni condividiamo anche i lavori di casa: spesso lui cucina, io lavo i piatti (sempre), lui pulisce il bagno e io spalo la neve.
Quali sono i tuoi primi propositi una volta che terminerà la quarantena?
Il primo proposito è ritrovare il feeling con la roccia, dopo tanta plastica e tanto allenamento a secco sarò sicuramente elegante come un elefante nell’uso dei piedi, cercherò di arrampicare il più possibile per ri-sentirmi di nuovo leggera..per l’estate sogno belle placche su grandi pareti, non posso farmi trovare impreparata !